Articolo apparso su Cani n°4 anno IX 1999

n.d.r. Articolo scritto appena uscita la revisione FCI dello standard che è poi stato modificato nella versione attuale; tale ultima versione è stata stilata tenendo conto delle critiche mosse.

 

SALUKI
Il Levriero nella Tempesta

 

“Il Saluki è uscito da una fiaba delle mille e una notte; oppure da un sonetto di Omar Kahjam. E’ il più antico, il più nobile; è una benedizione di Allah. Insomma è un Saluki.” Così Piero Renai della Rena inizia la trattazione del Saluki nel suo prezioso libro I Levrieri.
Vivere con un Saluki può essere un’esperienza indimenticabile, una storia d’amore struggente e senza pari. Non ‘deve’ essere un cane per tutti, ma solo per chi possiede una cultura cinofila estremamente raffinata; solo costui può apprezzare e godere della compagnia di una creatura unica. Il Saluki è primordiale, aggraziato, rustico, affascinante, primitivo, furbo, dolcissimo con chi ama e crudele con la mai dimenticata preda. Creato e perfezionato da una selezione naturale millenaria, è riuscito a superare un secolo di allevamento occidentale grazie allo scrupoloso lavoro di ottimi allevatori. Il Saluki è rimasto immutato da sempre e numerose sono le testimonianze scritte e visive che sostengono tale ipotesi, condivise da molti cinofili. I cambiamenti da esso subiti in millenni, potrebbero essere paragonati ai cambiamenti ‘imposti’ a qualsiasi razza moderna in pochissimi anni. Lo standard inglese del 1928, adottato poi da tutti gli altri kennel club, ha permesso finora (con alcune modifiche non invasive effettuate nel 1987), la perpetuazione di questa nobile e antica razza in tutta la sua varietà tipologica.

Il nuovo standard fa discutere ma nonostante ciò qualcuno ha deciso un cambiamento sostanziale. Il 3 marzo del 1997, la FCI, ha approvato un nuovo standard del Saluki scatenando una violenta reazione tra gli allevatori di tutto il mondo, non soltanto di coloro che appartengono ai Paesi affiliati a questa federazione.


Il Baraka Book, una rivista internazionale sui levrieri pubblicata in Italia, ha condotto un’indagine tra i vari esperti di razza e ne è scaturito che diverse sono le incongruenze,. Il problema principale riguarda il rapporto tra lunghezza e altezza, che nel nuovo standard è sorprendemente fissato in 10/9.
“... la maggior parte dei Saluki misurati nel loro habitat naturale e in Occidente sono più alti che lunghi o quadrati e solo una minoranza sono più lunghi che alti. Sarebbe evidentemente sbagliato ercato di imporre sulla razza una forma standardizzata, che non corrisponda alla forma generale che aveva in origine e farlo potrebbe risultare dannoso. Preso così come si presenta potrebbe incoraggiare gli allevatori ad allevare soggetti lunghi di proporzioni ridicole... il vecchio standard parla semplicemente di un levriero che dà impressione di grazia e simmetria”.
Chi scrive è Sir Terence Clark, ambasciatore inglese in Medio Oriente e grande conoscitore di Saluki.
“... anche se il cane ‘sembra’ essere lungo, non lo è mai quando lo si misura. Ora la FCI vuole stabilire un requisito assurdo per farlo non solo sembrare lungo ma misurare tale”. Sottolinea Jo Ann Van Arsdale dell’allevamento Chubasco USA.
“Un altro punto del nuovo standard che trovo abbastanza strano riguarda l’espressione ‘melanconica’ che un Saluki dovrebbe avere. Ho visto espressioni fiere, altere, dignitose, sia in Saluki da esposizione che in Saluki allevati nel deserto, ma mai un’espressione melanconica, che si adatta meglio agli esseri umani che ai cani. Inoltre voglio esprimere la mia sorpresa riguardo la completa assenza della diversità sessuale relativa alla taglia. In ogni razza è importante e una femmina più piccola del maschio spesso esprime le sue caratteristiche femminili, una femmina di 71 cm potrebbe ancora farlo?”. E’ l’opinione di Carlo Colonna appassionato seguace della razza. Precisiamo che nel vecchio standard la taglia era ‘maschi da 58,4 a 71 cm al garrese, femmine proporzionalmente più piccole’, nel nuovo ‘altezza al garrese da 58,5 a 71 cm’.
Come già detto, la comunità degli allevatori ha rifiutato questo standard e sono state fatte delle pressioni alla FCI affinchè vengano modificate le parti più controverse. In Italia gli allevatori sono pochi e per lo più trattasi di amatori che iniziano solo ora a improntare un programma di allevamento. Sebbene non la si possa considerare una razza rara (53 nascite nel ‘97), il Saluki ha nel nostro paese una storia recente; speriamo che costoro seguano di più le fonti storiche e letterarie sulla razza piuttosto che il nuovo standard solamente.
“Suggerisco che la FCI ricorra all’aiuto di esperti di razza, soprattutto allevatori con un’esperienza di 20 o 30 anni... il nuovo standard è palesemente il risultato del lavoro di persone molto male informate” conclude Jo Ann Van Arsdale.